Per la sua posizione strategica Cagliari costituiva la base aero-navale italiana più avanzata nel bacino occidentale del Mediterraneo avente il compito di sorvegliare i movimenti navali britannici fra Gibilterra e la la Piazzaforte di Malta. Il sistema difensivo cagliaritano, approntato dalla Regia Marina nella metà degli Anni Trenta,  comprendeva una estesa rete di Stazioni di avvistamento e 12 batterie in postazione fissa ripartite in tre gruppi operativi. Le prime ad essere allestite furono le batterie del “Fronte a Mare” (F.A.M.), comprendente tre opere antinave di medio calibro armate con cannoni scudati da 152/50. Si trattava di artiglierie abbastanza recenti, modello A.1918, aventi una gittata  di 18 km, prodotte dalla Vickers-La Spezia nel 1922.  Le installazioni erano contraddistinte da un nome proprio: Corrado Boggio, Roberto Prunas, e Carlo Faldi, ed ubicate rispettivamente a Capo Pula, Capo S.Elia e Torre Mortorio. 

 

La Batteria Roberto Prunas 

Le postazioni di questa batteria sono ancora riconoscibili sul Capo S.Elia  in corrispondenza del modesto promontorio di Murr’e Porcu.L’opera interessava un’area di 16 ettari, già di pertinenza della Casa Penale di Cagliari e passata al Demanio Difesa del Territorio il 30 novembre 1929. Allestita dalla Regia Marina nella metà degli Anni ’30, la batteria fu assegnata nel gennaio 1939 alla  4^ Legione Milmart (Milizia Artiglieria Marittima). Dopo l’armistizio venne disarmata e il 2 giugno 1944 passò in carico al R.Esercito. Attualmente l’area ricade sotto la giurisdizione della Marina Militare.

Il motto della Batteria: Dum patriae vigilat amor omnia tuta.

  • Armamento principale :  4 cannoni da 152/50 mod. A. 1918 scudati e in postazione fissa, un pezzo da 120/40 A.1891 per il tiro illuminante.
  • Munizionamento: 2000 colpi complessivi ripartiti tra 24 riservette singole ( 8 per le cariche e 16 per i proietti) , incassate nel costone roccioso rivolto verso terra ed un deposito principale sotto roccia.
  • Mitragliere: 2 Oerlikon da 20 mm.; 2 Breda 37 da 8mm; 2 Colt 1915 da 6,5mm con una dotazione di 2500-3000 colpo per arma. 
  • Apparecchiature di tiro : Telemetro Goerz da 4 metri di base, Gimetro Orlandi & Buralli, Stazione navale ridotta. 
  • Organico : 5 Ufficiali, 16 sottufficiali, 82 militi. 
  • Stazione fotoelettrica:  Fornita di apparato da 150/240 senza aerofono. Il servizio era affidato al personale della R.Marina

Attività bellica:  Nel corso del conflitto i cannoni della batteria non ebbero modo di entrare in azione. E’ invece probabile che nel 1943 le mitragliere pesanti abbiano contrastato le incursioni a bassa quota dei caccia-bombardieri statunitensi.

              Batteria Prunas, inconsueta inquadratura di un pezzo scudato antinave da 152/50.

Lo schieramento del F.A.M. veniva completato da 3 batterie a doppio compito, di calibro minore, sistemate in prossimità di quelle antinave, per assicurarne la difesa e all'occorrenza per affiancarne l'azione. Erano identificate mediante un codice alfanumerico: C.146 (Pula), C.135 (Capo S.Elia) e C.165 (Capitana). Fatta eccezione della C. 135, che era armata con 6 pezzi da 102/35, le altre due avevano in dotazione 4 cannoni da 76/40 mod. 1917. 

La Batteria C.135 

Entrata in servizio nell’aprile del 1934 fu la prima batteria a doppio compito ad essere installata nell’area cagliaritana. Il suo compito non era soltanto provvedere alla difesa del porto e della base navale ma anche alla protezione della Prunas, postazione chiave del dispositivo antinave del golfo le cui artiglierie, in caso di attacco dal mare, dovevano incrociare il tiro con quelle di Boggio e Faldi. La C.135, pur facendo parte del Gruppo F.A.M., per tutta la durata della guerra  affiancò efficacemente le batterie contraeree del Gruppo Levante: C.194 (Giorgino),C.198 (M.te Urpino) e C.367 (Tuvixeddu).

Capo S.Elia, aprile 1934. Capo Fanni in posa accanto ad un pezzo da 102/35 della Batteria C1

Batteria C. 135, febbraio 1942. Esercitazione di tiro contraereo effettuata alla presenza di Enzo Galbiati, Capo di S.M. della Milizia, del generale Antonio Basso, comandante del XIII Corpo d’Armata, e del responsabile  del Settore M.M. di Cagliari.

L’impianto della batteria si caratterizza per la presenza di 6 piazzole circolari postate ai vertici di un poligono regolare , opportunamente incassate nella roccia e fornite di uno spesso basamento in calcestruzzo munito di perni per l’ancoraggio dei cannoni. Le munizioni di primo impiego erano alloggiate in 4 riservette di piazzola protette da portelloni metallici, ma un rilevante quantitativo di colpi era accantonato nelle riservette ricavate lungo le pareti dei camminamenti sotterranei che collegano le piazzole tra loro, fatta eccezione per la postazione dislocata all’estremità orientale della linea  pezzi. La Stazione di tiro, che risulta arretrata rispetto allo schieramento dei cannoni, è costituita da un basso edificio a tre vani, con quello mediano  a cielo libero in quanto destinato alla Centrale elettromeccanica  “Gamma” che era provvista di un ingombrante stereo-telemetro da m.3 di base. Contraddistinta inizialmente come C1, la batteria fu poi identificata come C. 135. Nel gennaio 1939 passò in forza alla neocostituita 4^ Legione Milmart fino allo scioglimento del reparto avvenuto dopo l’armistizio. In seguito fu riarmata con personale della R.Marina  al comando di ufficiali d’Artiglieria, e nel giugno 1944 venne ceduta al R. Esercito con la nuova denominazione di Batteria 285, rimanendo operativa fino al termine della guerra.  Nel corso del conflitto la batteria di Capo S.Elia fu visitata da personaggi di spicco: nel febbraio 1942 vi si tenne una esercitazione  di tiro contraereo alla quale presenziò Enzo Galbiati,  Capo di Stato Maggiore della MVSN, e durante la battaglia aero-navale di Mezzo Giugno  il Principe Umberto di Savoia, comandante del Gruppo armate Sud, si intrattenne a lungo nella Sala di Previsione. 

  • Armamento principale: 6 cannoni da 102/35 a piattaforma in postazione fissa.
  • Munizionamento: 3200 colpi complessivi. Mitragliere: 2 Oerlikon da 20 mm., 2 Colt 1915 da 6,5 mm.                 
  • Apparecchiature di tiro: Centrale elettromeccanica “Gamma” mod. G provvista di stereo-telemetro da m 3 di base; Centrale manuale tipo “Bragadin”.             
  • Organico: 2 Ufficiali, 5 sottufficiali, 92 militi.                                                              
  • Stazione fotoelettrica: apparato da 150/240 con aerofono. Il servizio era affidato al personale della R. Marina.      

Attività bellica: La batteria entrò in azione in tutte le incursioni diurne e notturne effettuate su Cagliari. Ad essa si deve l’abbattimento di un caccia pesante inglese tipo Bristol Beaufighter , colpito il 30 luglio 1941 dopo un’azione di  mitragliamento su Elmas effettuata da una formazione di 6 velivoli. L’aereo precipitò in mare al largo di Capitana dove in epoca recente furono recuperati ambedue i motori, uno dei quali ha trovato sistemazione nella Base navale presso il cippo dedicato ai Caduti del 7°Grupsom.

Al “Gruppo Ponente” era invece affidata la difesa dell’aeroscalo di Elmas. Ne facevano parte la Batteria C.344, situata presso la Stazione ferroviaria di Elmas ed armata con 6 pezzi da 102/35, la C.407 di Casa Lostia, posta lungo lo Stagno di S.Gilla e la C.498 ubicata in località Macchiareddu nei pressi delle Saline Contivecchi. Ambedue erano armate con cannoni da 76/40  mod. 1897-12.

Nel gennaio 1943 la R. Marina pianificò il potenziamento del sistema difensivo antiareo di Cagliari che nei mesi successivi portò all’installazione di più moderne artiglierie e l’impianto di nuove postazioni. Una seconda batteria da 102/35  fu installata a Tuvixeddu , una da 76/40 presso Pirri,  con 6 cannoni da 90/53 fu riarmata la batteria di Monte Urpino e con un numero analogo di pezzi ne fu approntata una seconda al Poetto. Il potenziamento coinvolse anche il “Gruppo Ponente” che vide l’allestimento di un’altra batteria da 76/40 a Sa Illetta e l’ammodernamento della C. 407, opportunamente dotata di 4 pezzi da 90/53. Va infine ricordato  che dalla primavera, a Giorgino e nella spiaggia di Bonaria, avevano preso posizione due batterie tedesche armate con i famosi cannoni da 88 mm.

Mappa delle batterie del Settore M.M. di Cagliari nel 1943

Pertanto, alla data dell’Armistizio, a Cagliari risultavano operative ben 13 batterie controaerei italiane che schieravano complessivamente 64 pezzi, 24 dei quali modernissimi. Aggiungendovi i cannoni da 88 mm risultavano 32 quelli idonei al tiro d’alta quota.