La Brigata "Sassari"
1915-
1918
La
straordinaria vicenda della Brigata "Sassari"
costituisce sicuramente un aspetto importante e significativo
nella storia della Sardegna contemporanea.
A prescindere dagli aspetti prettamente militari, la conoscenza
della sua storia rimanda a questioni di primaria importanza per
la comprensione del primo dopoguerra. Il tumultuante fenomeno del
combattentismo, determinante per le vicende future d'Italia,
troverà anche, e forse soprattutto, nelle file degli ex
combattenti sardi linfa vitale e motivazioni. E' nelle trincee
che infatti matura una nuova presa di coscienza e la volontà di
rivendicare un ruolo politico decisivo. Sentimenti ed istanze che
saranno ben comprese da uomini quali Emilio Lussu e Camillo
Bellieni, ufficiali subalterni della Brigata nei lunghi anni di
guerra, destinati a divenire fra i principali artefici di
quell'importante movimento politico che sarà il Partito Sardo
d'Azione. Un movimento che, nei primi anni '20 arriverà ad
impensierire perfino Mussolini, al punto da risolversi non a
decretarne d'imperio lo scioglimento, bensì a favorirne
l'assorbimento da parte del partito nazionale fascista.
Nasce la "Sassari"
E' a Tempio Pausania, entro le mura della caserma
"Fadda" che, nel gennaio 1915, si avvia la costituzione
del 152° Reggimento fanteria il quale, insieme al 151°,
formatosi a Sinnai, darà vita alla leggendaria Brigata.
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Carso 1915, un veterano ed una recluta della Sassari |
I quadri ed i complementi, subito avviati ad un primo ciclo
addestrativo, erano stati tratti dal 45° e dal 46° Reggimento
fanteria della Brigata "Reggio", di stanza a Sassari e
Cagliari.
Alla data della dichiarazione di guerra, completati gli organici,
la nuova Brigata, era pronta: in tutto 6000 uomini e 3 sezioni di
mitragliatrici. Si trattava di una delle più giovani formazioni
dell'esercito italiano.
Equipaggiati con le nuove uniformi grigioverde, fregiate dalle
mostrine biancorosse, i soldati si imbarcarono da Cagliari e
Porto Torres fra il 13 ed il 21 di quel mese. Per l'occasione fu
requisito perfino un transatlantico, l'America, in partenza dal
porto di Cagliari con i fanti del 151°.
A fine luglio, ricevute le bandiere di guerra, la
"Sassari" poteva considerarsi pronta all'azione.
Inquadrata nella 3^ Armata, comandata dal Duca d'Aosta, la
Brigata fu schierata lungo il settore che, da San Martino del
Carso, correva fino al Monte San Michele.
Il 25 di quel mese i "Sassarini" scattavano
all'assalto: ordine d'operazione numero 11, la conquista di
"Bosco Cappuccio". Dopo due giorni di accaniti
combattimenti, al grido di "Viva la Sardegna", i fanti conquistavano alla baionetta la
posizione nemica.
Dalla fine di luglio alla fine di settembre la Brigata si può
dire combatté quasi ininterrottamente. Il 21 agosto, dopo 20 ore
di accaniti assalti, i sardi conquistavano l'imprendibile
"Trincerone", una munita postazione austriaca alle
falde del Monte San Michele, sulla strada per Gorizia. Il conto,
nonostante il successo conseguito, era stato salato: 173 caduti e
263 feriti tra ufficiali e soldati.
Continua...